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Napoli - Archelogia

Il sottosuolo: una storia greco-romana

La millenaria storia della città dà mostra di sé nella successione degli strati architettonici e dei documenti figurativi. Il sottosuolo riserva, anche in questo caso, interessanti sorprese.

subterranea
courtesy of © Electa
Le fondamenta delle due maggiori chiese napoletane, San Lorenzo Maggiore e il Duomo, poggiano su aree edificate in epoca greca e romana. In entrambi i siti la millenaria storia della città dà mostra di sé nella successione degli strati architettonici e dei documenti figurativi. Il sottosuolo riserva, anche in questo caso, interessanti sorprese. Lo strabiliante complesso archeologico di San Lorenzo Maggiore si estende su unarea molto vasta, corrispondente parte della zona commerciale della città antica: lagorà greca e il foro romano trovavano posto qui. In linea generale le più antiche strutture, fondazioni in blocchi di tufo, risalgono al IV secolo a.C.. Su di esse si impianta un complesso databile alla seconda metà del I secolo d.C., probabilmente un macellum, ossia lantico mercato alimentare. Un grande porticato quadrangolare, con botteghe su tutti i lati, si organizzava intorno ad una zona scoperta, al centro della quale si ergeva una costruzione circolare a tholos. Tra le parti più interessanti dello scavo va segnalato il tratto di strada di circa sessanta metri su cui si aprivano altre botteghe commerciali oltre allantico erario, dove si custodiva il tesoro della città. La zona oggi occupata dal Duomo e dallArcivescovado doveva invece essere suddivisa in quattro insulae. Poco chiara risulta agli archeologi la destinazione degli edifici, dei quali sopravvivono i soli basamenti e pochi muri portanti. Gli ambienti, databili ai primi anni dellimpero, sono caratterizzati dalluso dellopus reticulatum. Su di essi si erge la Basilica di Santa Restituta, di epoca paleocristiana fondata nel IV secolo dallimperatore Costantino, ad oggi perfettamente conservata grazie al restauro seicentesco di Arcangelo Guglielmelli. Gli ampi frammenti di pavimentazione musiva scoperti in corrispondenza del cortile della Curia Arcivescovile sembrano fare riferimento alla Basilica della Stefania, edificata al principio del VI secolo e demolita nel XIII con la costruzione del Duomo angioino. Di epoca paleocristiana appaiono anche i resti di una piccola abside col pavimento musivo posti presso luscita degli scavi. I due complessi catacombali della città, ennesima faccia del sottosuolo napoletano, si collocano fuori dal centro storico, nei rioni Sanità e Vergini: si tratta delle Catacombe di San Gaudioso e delle Catacombe di San Gennaro. Le prime si sviluppano sotto le fondamenta della chiesa di Santa Maria della Sanità, intorno alla tomba del santo eremita, morto alla metà del V secolo. Le seconde, di maggiore importanza storico-artistica, si organizzano intorno alle reliquie del patrono della città, qui trasportate dal vescovo di Napoli, Giovanni I, tra il 413 e il 431. Il piano inferiore, più antico, risale al III-IV secolo ed ha preso origine dallampliamento di una tomba gentilizia pagana. Tracce di affreschi sono visibili nel vestibolo che conteneva le reliquie di San Gennaro. Il piano superiore è costituito da due sale quadrate, ognuna di circa sette metri per lato, aventi, però, diversi livelli di suolo. Scene raffiguranti Adamo ed Eva e Davide e Golia decorano la cupola; medaglioni con i ritratti dei primi quattordici vescovi napoletani arricchiscono la piccola basilica dei vescovi; varie figure di santi e vescovi si affacciano dalle pareti e dagli arcosolii.
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