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Palermo: i mostri di Villa Palagonia

A Bagheria un’eccentrica villa barocca. Solo per persone non suscettibili

Villa dei mostri
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Villa Palagonia
Mostri e chimere osservano arcigni il visitatore che varca il cancello di Villa Palagonia, a Bagheria, Palermo, ma solo chi non è particolarmente suscettibile riesce ad evitare un brivido lungo la schiena quando viene a sapere quante leggende, più o meno verosimili, ruotano attorno ad essi. Un tempo si diceva che le donne incinte non dovessero entrare a Villa Palagonia, pena gravidanze finite in tragedia o addirittura nascite diaboliche. Difficile non associare la ‘villa dei mostri’ ai culti esoterici, alle presenze demoniache, alla mitologia più grottesca vista la quantità di statue inquietanti che l’adornano: figure antropomorfe di ogni genere, volti umani su corpi di animale, parti di bestie che si mescolano tra loro, scheletri, creature deformi scolpite nella pietra, figure degne di un’Apocalisse mitologica cingono la dimora di Bagheria e la rendono una delle più famose della Sicilia.

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In origine i ‘mostri’ che sorvegliavano la villa dovevano essere circa duecento, oggi ne rimangono una sessantina, ma non per questo sono meno inquietanti. Ma chi volle una dimora tanto particolare? La villa dei mostri è stata concepita da Francesco Ferdinando Gravina II, o Principe di Palagonia, che ha dedicato la sua vita allo studio delle chimere e dei mostri mitologici. La sua ‘passione’ per gli esseri leggendari e sovrannaturali lo ha spesso identificato come una persona particolare, che qualcuno non stentava a definire pazzo, ma da qualche intellettuale anche stimato per la sua propensione all’arte e al non-conforme. 



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Opinioni a parte, i progetto architettonico di Villa Palagonia comincia a prendere forma nel 1715 grazie al frate domenicano Tommaso Maria Napoli in collaborazione con Agatino Daidone. Gli architetti concepirono un prospetto planimetrico straordinario, in cui tutti gli elementi interni ed esterni confluivano sul viale che funge da baricentro. Morti i primi due proprietari della villa, essa succedette all’erede Francesco Ferdinando II che cominciò ad adornarla di statue grottesche, eccentrica decorazione che di lì in avanti intellettuali, artisti, scrittori andarono ad osservare durante i loro viaggi in Sicilia. Una delle storie narrate sul Principe lo dipinge come brutto e deforme, e quindi deciso a ridicolizzare tutti i conoscenti attraverso caricature; ma la più comune è che fosse semplicemente pazzo, come scrisse Goethe nel suo ‘Viaggio in Italia’, il quale rimase quasi disgustato dalla dimora. 

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La villa è visitabile ed è oggi disponibile per eventi e celebrazioni, nonostante gli sguardi arcigni dei suoi abitanti pietrificati. 
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