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chiese Firenze Santa Maria del Fiore vetrate e rosone centrale

Firenze: le 44 vetrate-gioiello che tornano a splendere

Santa Maria del Fiore torna a custodire il rosone centrale che fa parte del più monumentale ciclo di arte vetraia al mondo

Rosone
© Opera di Santa Maria del Fiore
Firenze: Santa Maria del Fiore, rosone centrale
E’ indubbiamente uno dei tesori più preziosi di Firenze e dell’Italia intera: Piazza del Duomo, con il suo unico grande museo composto dalla Cattedrale di Santa Maria del Fiore, la Cupola di Brunelleschi, il Campanile di Giotto, il Battistero di San Giovanni, la Cripta di Santa Reparate e il Museo dell’Opera del Duomo è tappa obbligata per ogni visitatore. Anche perché, si dice, che se non si è visto questo è come se non si fosse vista Firenze. Ecco allora che proprio recentemente Santa Maria del Fiore è tornata a custodire uno dei suoi tesori più preziosi, spesso preso poco in considerazione: tra le vetrate che arricchiscono la chiesa c’è quella del rosone centrale restituito a nuova vita dopo un restauro effettuato grazie al contributo di Intesa San Paolo.

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L'opera, disegnata da Lorenzo Ghiberti ed eseguita da Niccolò di Piero, fa parte di uno dei cicli più ricchi e completi del Rinascimento che rappresenta il più monumentale programma di arte vetraria nell’Italia tre-quattrocenesca, annoverandosi tra i più importanti al mondo per unicità cronologica, percentuale di vetri originali e per gli artisti che eseguirono i disegni preparatori da cui presero spunto i maestri vetrai per la realizzazione delle composizioni. Sono 44 vetrate istoriate, in origine 45, realizzate dai maestri vetrai del tempo a partire dai disegni dei più celebri artisti rinascimentali come Donatello, Paolo Uccello, Andrea del Castagno e, appunto, Lorenzo Ghiberti, già impegnati nel cantiere di Santa Maria del Fiore. Il rosone, diviso in 28 pannelli, fu realizzato dal maestro vetraio Niccolò di Pietro Tedesco e collocata nell'occhio centrale della facciata del Duomo nel 1405.

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La scena dell’Assunzione di Maria in cielo, dove attende Gesù tra gli angeli con la corona già in  mano, si svolge dentro una cornice di stampo gotico di santi e profeti su sfondo celeste. La Vergine è rappresentata fissa, con le mani giunte, mentre ascende circondata da angeli e un gruppo di serafini alla base. Gli angeli, disposti a gruppi simmetrici, sono ritratti in varie attività che vanno dal pregare al suonare. Lo splendore e la luminosità di questo capolavoro con il passare del tempo sono state offuscate da vari fenomeni di degrado: per questo si è reso necessario l'intervento di restauro, iniziato nel marzo 2014, ad opera dello storico laboratorio fiorentino Studio Guido Polloni & C. I dettagli e le cromie originali dell’imponente vetrata possono essere osservati da vicino fino all’8 settembre presso il Battistero di San Giovanni dove verrà esposta per essere fruibile da tutti prima di essere rimontata sulla facciata di Santa Maria del Fiore e restituire un tesoro prezioso al grande capolavoro architettonico.

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