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Mostre, Emilia Romagna, Guercino, Depero

Emilia Romagna: viaggio nell'arte da Depero a Mirò

Piacenza, Parma. Bologna: proseguono gli appuntamenti con l'arte grazie alle mostre su Guercino, Depero e Mirò

Guercino
CLP
Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino - Susanna e i vecchi, 1649-1650
Fino al 4 giugno, l’artista secentesco emiliano che a Piacenza ha lasciato importanti testimonianze è al centro di una serie d’iniziative di grande suggestione e di notevole rilevanza storico-artistica, che uniscono in un unico percorso, tra sacro e profano, il Duomo e Palazzo Farnese. Il fulcro della  manifestazione è la Cattedrale, la cui cupola ospita lo straordinario ciclo di affreschi realizzato da Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino tra il 1626 e il 1627 e che si presenta in tutta la sua bellezza con una nuova illuminazione realizzata da Davide Groppi.
 
Fortunato Depero è al centro di una grande mostra che apre i battenti oggi negli splendidi spazi della Fondazione Magnani Rocca di Mamiano di Traversetolo.  Esposte oltre cento opere tra dipinti, le celebri tarsie in panno, i collage, abiti, mobili, disegni, progetti pubblicitari, per celebrare il geniale artefice di un’estetica innovativa, diventato celebre per aver messo in comunicazione le discipline dell’arte, dalla pittura alla scultura, dall’architettura al design, al teatro. La mostra è frutto della collaborazione  fra il Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, e la Fondazione Magnani-Rocca.
 
Il grande pittore catalano sarà il protagonista di una vasta retrospettiva a Palazzo Albergati a partire da domani intitolata Mirò! Sogno e colore. Trasgressivo, anticonformista e selvaggio, l’artista catalano per tutta la vita ha affiancato alla sua anima più contemplativa una poetica unica tra sogno e colore, così da sfuggire alla banalità e al convenzionalismo, dando vita a un linguaggio artistico universale ma allo stesso tempo unico e personale. Le opere in mostra provengono dalla Fondazione Pilar i Joan Miró di Maiorca che custodisce una collezione donata dall’artista e da sua moglie di 5000 pezzi e che conserva ancora pennelli, tavolozze e attrezzi del mestiere rimasti lì dal giorno in cui è morto, come lui li aveva lasciati. 
 
 
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