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Campania: a Capua l'Abbazia con la Bibbia illustrata

E' uno dei più bei monumenti del Medioevo campano e possiede un ciclo di dipinti tra i più ricchi della pittura romanica: ecco l'Abbazia di Sant'Angelo in Formis

Affresco dell'Ultima Cena
© Basilica Benedettina di Sant'Angelo in Formis
Capua: Sant'Angelo in Formis, affresco dell'Ultima Cena
In provincia di Caserta, Capua è conosciuta essenzialmente per i luoghi amati da Etruschi e Romani, ovvero per il territorio di Santa Mara Capua Vetere dove sorgeva l’antica città di Capua fondata dagli Etruschi. L’interessante patrimonio archeologico arrivato sino ai giorni nostri si può visitare con un accesso unico che prevede la visita al Museo Archeologico dell’Antica Capua, all’Anfiteatro Campano, al Museo dei Gladiatori e al Mitreo. Ma c’è anche altro da scoprire e non solo a Capua. Anche le sue frazioni meritano di essere visitate. E’ il caso di San’Angelo in Formis che ospita l’omonima abbazia dedicata a San Michele Arcangelo.

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Si trova in una posizione particolarmente suggestiva ed appartata, e di fronte all’abbazia si apre un piazzale a terrazza che offre una vista panoramica su Capua. Era già esistente al principio del X secolo ma si presenta nella ricostruzione del 1072-87 a opera di Desiderio, abate di Montecassino cui l'abbazia apparteneva. Un campanile quadrato, con fascia inferiore in blocchi di travertino e parte superiore in cotto, affianca da destra il portico, su colonne con archi acuti, aggiunto un secolo dopo. Il portico precede la basilica e si  presenta con cinque navate di cui quella centrale molto più alta delle altre e gli archi in stile arabo. Nelle lunette trovano posto gli affreschi raffiguranti l’arcangelo Michele, la Madonna regina e gli episodi sulla vita degli eremiti Antonio e Paolo. Sul lato destro emergono parti del podio dell'antico tempio.

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L'interno è a tre navate divise da 14 colonne con capitelli corinzi: appena varcata la soglia si viene pervasi da un forte misticismo, ispirato anche dalla visione delle straordinarie pitture che rappresentano uno dei più completi cicli narrativi dell’ XI secolo. Gli affreschi dell’Abbazia di Sant’Angelo in Formis forniscono infatti al visitatore l’esempio meglio conservato di Bibbia illustrata: sono opera di scuola locale di cultura bizantineggiante. Ci sono un Giudizio universale sopra l'ingresso; storie del Nuovo Testamento lungo la navata centrale; storie del Vecchio Testamento lungo le laterali; Cristo in trono nel catino dell'abside; Madonna col Bambino, angeli e sante martiri nell'abside destra. Quando l’attenzione si distoglie dagli affreschi viene rapita dall’architettura della basilica che appare nella sua armonica completezza. Le tre navate sono divise da 14 colonne di materiale di spoglio, provenienti dal tempio di Diana, dai bei capitelli corinzi e terminano con absidi semicircolari. Anche il pavimento è in buona parte quello dell’antico tempio di Diana. Tra gli altri elementi romani reimpiegati spiccano le acquasantiere e il fonte battesimale.

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