Nel cuore della Maremma sorge come un piccolo miraggio
condensato in un mucchio di casette colorate, il borgo medievale di Capalbio,
ultimo lembo costiero della Toscana meridionale. La terra qui è rude e gentile
nello stesso tempo – come i suoi abitanti, schivi ma cordiali – ricca di contrasti tra la natura selvaggia,
le coltivazioni, il mare, la macchia mediterranea. Si avvertono gli echi di
storia antichissima i cui protagonisti sono Etruschi e Romani. Il nome Capalbio
deriva da "caput album" (testa calva), che è anche il simbolo del
paese. Infatti sulla splendida Porta senese è visibile lo stemma con il
leone che sorregge una testa calva.
Passeggiando per le vie acciottolate del borgo ci si imbatte
in case abbellite da fiori colorati, mura ricoperte da piante rampicanti,
statue di divinità greche e bugigattoli dove conviene sempre fermarsi a dare
un’occhiata. La via Vittoria Emanuele II è molto proficua in tal senso.
A breve distanza l’uno dall’altro si incontrano l’Antiquariato Mariotti e
Capalbio Liquori, dove conviene sostare subito per portarsi a casa il
souvenir gastronomico del posto: dal mirto di Capalbio all’amaro di Tiburzi,
grappe, creme e ancora miele, pasta e sughi, paté, marmellate e olio nuovo. A
proposito dell’amaro di Tiburzi, c’è una curiosità da svelare, legata al
nome della bevanda. Pare che verso la fine dell'800, uno dei più noti briganti
toscani del periodo, tale Domenico Tiburzi, abbia trovato rifugio nella macchia
circostante. Ucciso nel 1896 durante un conflitto a fuoco con i carabinieri, il
famoso bandito sarebbe stato seppellito nel piccolo cimitero del paese, dove
effettivamente è ancora conservata la colonna alla quale Tiburzi fu legato da
morto. Le copie della foto che gli fu scattata sono ancora oggi vendute nella
zona.
La Rocca Aldobrandesca con la sua originale forma a L
e un alto torrione dalla classica base a scarpa, è un po’ il riassunto di una
città gioiello che regala scorci incredibili sulla natura Toscana e una quiete
ispiratrice a cui molti personaggi famosi non hanno saputo resistere. Il pezzo
forte è offerto dal panorama che si gode da sopra le mura del
camminamento. La Chiesa di San
Nicola si pregia di affreschi di scuola senese del XIV secolo e di scuola
umbra del XV. Il palazzo Collacchioni custodisce il "Fortepiano
Conrad Graf" suonato da Puccini, mentre l'oratorio della Provvidenza
conserva un notevole affresco: una Madonna della Provvidenza, attribuita
al Perugino e al Pinturicchio. Capalbio è anche questo: uno scrigno di tesori
da scovare. Per gli amanti dell'archeologia, la campagna circostante mostra
resti di mura etrusche e romane. Per i naturalisti c'è il lago di Burano,
una delle più famose oasi del WWF dove si possono avvistare rari uccelli
palustri, pesci di acqua dolce e salata. E come non apprezzare quel geniale
esempio di arte ambientale rappresentato dal giardino dei tarocchi, in località Garavicchio.
Per assaporare il
gusto toscano a Capalbio basta accostarsi alla porta delle tante locande e
trattorie e ristoranti che si incontrano camminando e assicurarsi che ci sia un
posto. Alla Trattoria Toscana, ad esempio, si può iniziare con un
antipasto di lardo di colonnata per finire inesorabilmente alle tagliatelle al
sugo di cinghiale, innaffiate con il vino rosso della casa. In via Magenta 7 a
sfamare gli affamati ci pensa Roberta Andreini con tutto la passione per la sua
terra, ai tavoli del suo ristorante Le Mura. E’ conveniente prenotare.