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Spoleto tra storia e sapori

Spoleto tra storia e sapori

Il meglio delle tradizioni umbre è di casa nella città del Festival, dove ogni angolo è un invito a sostare, ma non solo a tavola. 250 anni di storia fanno di Spoleto una meta d'arte da osservare con cura prima di addentare gli imbattibili stringozzi al tartufo.

Spoleto
Distesa sul lieve colle di S. Elia, Spoleto è un intrico di stradine strette, scale, archi che congiungono casa a casa, improvvisi slarghi su cui si affacciano palazzi, chiese, fontane e improvvisi scorci, con vedute sulla campagna circostante. Non solo ‘piccole’ sorprese, però, nel paese dell’arte e della musica, capace di testimoniare con straordinari monumenti quasi ogni periodo di storia. Dell’importante colonia romana sulla Flaminia, si conserva l’Arco di Druso, inglobato fra le abitazioni, come il Teatro, sede del balletto durante il famoso Festival dei Due Mondi. Del paleocristiano, S. Salvatore (V sec.), fuori città, mentre del periodo in cui Spoleto fu capitale d’un potente ducato poco resta (ma è il Centro di Studi sull’Altomedioevo ad occuparsene).

Dal XII sec. un susseguirsi di capolavori: il romanico di S. Eufemia e soprattutto del Duomo, la cui facciata di inarrivabile bellezza non può essere descritta e al cui interno si conservano gli affreschi di Filippo Lippi, che qui morì ultimando le proprie opere. In alto, svetta la Rocca che il cardinale Albornoz fece costruire al Gattapone per solidificare il potere pontificio. Dietro la rocca, a congiungere le pendici di Monteluco, l’immenso Ponte delle Torri (XII sec) che fu celebrato da Goethe e immerso in un’atmosfera unica da Turner.

Tra i grandi palazzi rinascimentali, Spoleto ospita numerosi musei, fra cui il Museo Archeologico nell’ex convento di S. Agata, la Pinacoteca comunale, e il Museo Belli (dietro piazza della Libertà) che racconta l’intensa vita musicale e teatrale della città attraverso le iniziative di un personaggio molto particolare. Il musicofilo Belli fu infatti l’ideatore dei concerti in piazza e convinse Menotti a portare a Spoleto la sua idea di festival. A lui è dunque dedicata la riconoscenza degli spoletini che gli hanno intitolato il Teatro Nuovo (dove si tiene ogni anno un importante concorso per le nuove voci della lirica), ottocentesco come il bellissimo teatro Caio Melisso situato nella piazza del Duomo.

Quando ci si siede a tavola, Spoleto sa offrire il meglio delle tradizioni umbre. Ottimi affettati assieme al tipico pane sciapo, tartufo nero magari sugli stringozzi (rustiche tagliatelle preparate con farina o semola e acqua), zuppe di farro, purea di fave e ceci, carni cucinate allo spiedo o alla griglia, cacciagione, e per concludere, come dessert, la specialità spoletina della ‘crescionda’.  Ai sapori delicati e a quelli forti della cucina umbra si accompagnano vini che ormai da parecchi anni hanno raggiunto alte qualità.

Il Sagrantino (sia secco che dolce) e il Rosso di Montefalco, assieme al Grechetto per i bianchi, non hanno più nulla da invidiare a vini di tradizioni più antiche, tanto che una visita alle cantine della zona è d’obbligo per gli enofili. ‘Caprai’ e ‘Rocca di Fabbri’ (entrambe nei dintorni di Montefalco) sono indubbiamente tra le migliori case produttrici di vino, mentre ‘Città Ducale’, sulla strada per Castel Ritaldi, è il posto più adatto per fare ‘rifornimento’ (esemplare il rapporto qualità-prezzo). Per assaggiare le specialità non mancano i locali tipici, come la Trattoria Del Quarto in via C. Cattaneo 1 che offre degustazione con menù tipico a partire da 20 €.
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