Fino a 'la fin del mundo'

Nella leggenda è semplicemente il luogo dove il mare incontra le montagne. Chatwin, nel suo primo e più famoso libro “In Patagonia” pubblicato nel 1977, la definì “un posto dove vivere mentre il resto del mondo salta in aria”, e lo scrittore cileno Francisco Coloane, si espresse a proposito: “il Diavolo è rimasto ancorato ad un paio di tonnellate di catene sul fondo delle sue acque, e le trascina nelle orride notte di tempesta, quando le ombre oscure dal cielo sembrano salire e scendere su quegli abissi\". Per Butch Cassidy, Sundance Kid ed Etta Place - mitico trio reso immortale dalle interpretazioni di Paul Newman, Robert Redford e Katharine Ross in un celebre film western – questo lembo d’America che separa i due Oceani più tumultuosi del pianeta, diventò invece la terra promessa negli anni in cui scompariva per sempre il loro mondo di fuorilegge romantici. Sono sempre moltissime le suggestioni che evoca il nome Patagonia. E altrettante riecheggiano al suono di quelli di Terra del Fuoco e Capo Horn, ma tutte possono essere ricondotte al semplice eppur mai banale concetto di irrequietezza, e allo stesso tempo a quelli di libertà e di viaggio come sfida ed esperienza al limite dell’onirico. Nella regione più australe della terra, ghiacci eterni e onde spaventose generate dall’incontro tra gli Oceani Atlantico e Pacifico, fanno da contrappunto a una natura spettacolare e inusuale. Quelle onde furono affrontate e vinte nei secoli da Magellano e Darwin, con il tempo divenute il simbolo stesso della lotta dell’uomo con la natura ma anche con i suoi demoni interiori. Patagonia e Terra del Fuoco costituiscono davvero una frontiera fisica e ideale, un luogo al limite del fantastico. Il punto dove la ‘fine della terra’ assume l’aspetto di una stupefacente sorpresa naturalistica dalle forme continuamente diverse.