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Estate al mare: spiagge sì e spiagge no

Torna l'incubo alga tossica sulle coste palermitane: valori dell'Ostreopsis ovata oltre il livello di guardia in tre località

mare spiaggia
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Attenzione turisti: puntuale come ogni estate torna l’incubo alga tossica sulle coste palermitane. I primi risultati del monitoraggio avviato dall’Arpa Sicilia evidenziano infatti l’innalzamento dei valori dell’Ostreopsis ovata - il nome scientifico dell’alga tossica – ben oltre il livello di guardia (10.000 cellule al litro) in tre località: Bagheria-Aspra, Vergine Maria e, soprattutto, Trappeto, dove la concentrazione rilevata in zone che però sono già non balneabili è 400 volte superiore al limite.

Colpevole il forte aumento delle temperature i questi giorni. Non a caso nelle ultime ore diverse persone si sono rivolte ai presidi sanitari accusando difficoltà respiratorie, nausea, fastidi agli occhi, stato febbrile, gola arrossata e voce rauca. Insomma, proprio i sintomi e i malesseri sintomi tipici dell’intossicazione. I controlli – anche in seguito alle segnalazioni di alcuni bagnanti – sono stati effettuati anche lungo altre spiagge: a Capaci, Isola delle Femmine, Santa Flavia, Sant’Elia, Terrasini, Calarossa, Sferracavallo, dove i valori non sono risultati preoccupanti. Secondo quanto dichiarato dal commissario straordinario dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale Salvo Cocina, non bisogna però abbassare la guardia, anche perché “siamo ancora a fine giugno e i valori possono ancora crescere con l’aumento della temperatura”.

Proprio per non farsi trovare impreparato, l’assessore regionale all’Ambiente, Alessandro Aricò, ha convocato per il 4 luglio il Tavolo tecnico delle acque. Prenderanno parte alla riunione i rappresentanti dell’Arpa, che presenterà i risultati raccolti, del dipartimento Ambiente, dell’Osservatorio epidemiologico, del servizio Igiene pubblica, del dipartimento Acqua e rifiuti, della Provincia e dei Comuni della costa.

L’Ostreopsis ovata è un’alga unicellulare potenzialmente tossica, che solitamente vive sulla superficie delle macroalghe rosse e brune presenti sul fondo del mare. La proliferazione di tali microalghe è legata essenzialmente a fattori climatici. Stando a Epicentro,  portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica, i segni caratteristici del fenomeno, osservabili a occhio nudo, sono: opalescenza dell’acqua, formazione di schiuma in superficie, presenza di materiale di consistenza gelatinosa in sospensione e sott’acqua, formazione di una pellicola bruna dall’aspetto membranoso sugli scogli e su tutto ciò che si trova sul fondo.  Inoltre, organismi marini come ricci e stelle di mare possono mostrare segni di sofferenza, come perdita di aculei e bracci.

Secondo le linee guida del Ministero della Salute, per attenuare gli effetti dannosi legati al contatto con le microalghe tossiche è opportuno: pulire la battigia; intensificare i controlli nella raccolta di prodotti ittici commestibili da parte degli organi competenti; invitare le persone ad allontanarsi dalla spiaggia, soprattutto se affette da disturbi di tipo respiratorio nel caso avvertano sintomi di irritazione alle vie respiratorie, lacrimazione agli occhi o altri disturbi in seguito alla permanenza in aree di balneazione a rischio. Per eliminare o attenuare i malesseri spesso basta spostarsi di alcune decine di metri, eventualmente andando in un locale con aria condizionata. Se invece i disturbi persistono o si aggravano, è opportuno recarsi al pronto soccorso.

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